Giardino

Lo spazio del cortile meridionale era verosimilmente destinato a chiostro. Questo nei monasteri rappresentava un luogo privilegiato in cui i monaci potevano dedicarsi alle sacre letture e a momenti comunitari. I chiostri vedevano i lati perimetrali strutturati in corridoi coperti che davano su un cortile centrale, spesso caratterizzato dalla presenza di un pozzo o di una fontana. Il resto dell’area all’aperto era destinato a giardini, interessati dalla coltivazione di specie vegetali necessarie alla vita monastica. 

Giardino

Lo spazio del cortile meridionale era verosimilmente destinato a chiostro. Questo nei monasteri rappresentava un luogo privilegiato in cui i monaci potevano dedicarsi alle sacre letture e a momenti comunitari. I chiostri vedevano i lati perimetrali strutturati in corridoi coperti che davano su un cortile centrale, spesso caratterizzato dalla presenza di un pozzo o di una fontana. Il resto dell’area all’aperto era destinato a giardini, interessati dalla coltivazione di specie vegetali necessarie alla vita monastica. 

I giardini dei monaci

Le specie vegetali negli orti dei monasteri rappresentavano una fonte importante per l’economia quotidiana di queste comunità, necessari per una vita isolata e autonoma. Nel giardino (hortus conclusus) le coltivazioni erano disposte secondo ordinate geometrie, con specie utilizzate per scopi alimentari e medicali, distribuite generalmente in quattro zone principali dedicate agli ortaggi (horti), alberi da frutto (pomaria), piante ornamentali (viridaria) e officinali (herbaria), quest’ultime impiegate a scopo terapeutico e curativo. Nei giardini, inoltre, è attestata la presenza di varie tipologie floreali che richiamavano simbolicamente i valori e le virtù cristiane. 

Le colture dei monaci

Per Santa Maria della Giustizia, e in generale per Taranto, l’orticoltura ha rivestito un ruolo essenziale nella vita quotidiana quale fornitrice della principale fonte alimentare, complementare alle fave (con le foglie) e al grano, per la panificazione. Nel territorio circostante l’abbazia, infatti, gli ortaggi maggiormente citati nei documenti storici risultano: cavoli, scarole, cicorie a cima e bianche, rape, insalate, cipolle, cardi o carciofi (scalere), finocchi, pagnottelle (cocozze), piselli, cipolle, aglio, prezzemolo (petrosino), carote (pastinache), ravanelli, melanzane (mulignane), catalogne, fagioli.

Santa Maria della Giustizia e i suoi monaci




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